La Storia si basa sul racconto degli eventi che si sono susseguiti nel tempo e la maggior parte di tale tempo sembra che gli uomini l’abbiano passata cercando di uccidersi l’un l’altro, con poco riguardo per le categorie diremmo oggi “protette”. Durante queste interminabili guerre nella confusione della battaglia, tra la polvere e l’odore ferroso del sangue potevano sentirsi le urla di guerrieri spaventosi che in stato di trance si lanciavano sul nemico con una determinazione fuori dal comune, un furore che sembrava indotto dalla follia più che dal coraggio. Oggi analizzeremo una strana categoria di guerrieri, una sorta di esercito di uomini con attributi animaleschi dediti alla strage e al saccheggio che per secoli fecero parte degli eserciti vichinghi.

La legge attraverso la violenza

I Berserker (dal Norreno “maglia di orso”) erano dei feroci e terribili guerrieri posseduti dal sacro spirito di Odino, che li rendeva fortissimi e insensibili alla paura e alle ferite. Questi guerrieri, una volta che si approssimavano al campo di battaglia, entravano in una specie di trance (il berserksgangr) che in molti ricercatori hanno cercato di spiegare come un fenomeno psicologico o neurologico. Il mondo Norreno era un mondo violento, intriso di sangue, saccheggi, stupri ed omicidi. Ma tale violenza non ci deve far pensare ad un mondo completamente anarchico: infatti era proprio la violenza il pilastro della legge e averne il monopolio (rubando le parole di Weber) significava arginare faide e scoppi ingiustificati di brutalità. I guerrieri vichinghi erano guerrieri che combattevano con un preciso codice etico, seguivano le vie dell’onore e non venivano mai meno ai patti presi. Le battaglie per quanto fossero efferate e sanguinolente erano il luogo dove tali guerrieri potevano guadagnare la gloria, osservando scrupolosamente un codice d’onore non scritto ma da tutti accettato. Eppure tra questi valorosi guerrieri vi era una categoria di soldati che esulava da ogni regola, dei veri e propri superuomini che sembravano avere caratteri bestiali e insieme divini. 

La furia dei guerrieri-orso

I Berserker non erano bestie feroci o meglio non erano solo quello. Erano infatti uomini sacri a Odino e a lui era santificata tutta la vita di questi guerrieri. Agli albori della storia norrena i Berserker vivevano in piccole comunità nel fitto dei boschi o infrattati nelle cavernecacciando e compiendo i loro riti in nome di Odino. Quando i primi drakkar vichinghi cominciarono a veleggiare sui mari del Nord i Berserker furono arruolati da questi pirati, esportando la loro fama di guerrieri formidabili anche nel resto d’Europa. In battaglia i più temuti erano proprio i Berserker, questi strani uomini che combattevano senza corazza, coperti solo da pelli di orso e armati di asce e spade. Durante la battaglia uscivano dal centro dell’esercito per fiondarsi contro il nemico, ignorando tutte le regole di cavalleria guerresca e anzi infierendo sui corpi dei caduti, di cui facevano scempio. La furia che li colpiva era spesso provocata dall’assunzione di piante e funghi allucinogeni e di grandi quantità di alcool. I Berserker una volta raggiunto questo stato di furore si buttavano furiosamente nella mischia talvolta attaccando anche i loro stessi compagni. Il solo sospetto della presenza dei Berserker durante una battaglia poteva spingere i nemici ad abbandonare il campo, tanto era fosca l’aura che accompagnava gli uomini-orso. Vi è da dire che spesso e volentieri questi uomini, assuefatti alle droghe e alla violenza, si ammalavano davvero manifestando chiari segni di isteria, epilessia e scoppi di ira incontrollati. Come tanti soldati che tornati dai conflitti contemporanei manifestarono segni di disagio psichico, anche i Berserker in molte occasioni rivivevano i loro momenti di furia in terrificanti sogni, che al risveglio lasciavano questi uomini spaventati e atterriti.

La trasformazione da uomo a uomo-orso

I vari storici dell’antichità che hanno parlato dei Berserker sembrano essere d’accordo su un fatto: questi guerrieri quando raggiungevano lo stato di furore diventavano fortissimi ed insensibili ad ogni stimolo esterno. Ma come ci si “trasformava”? Come si è detto prima, molto probabilmente questa trance era indotta con l’assunzione di droghe, funghi velenosi o grandi quantità di alcool: più o meno come i soldati americani in Vietnam. Saxo Grammatico, storico danese vissuto tra il XII e il XIII secolo, scriveva che i Berserker ingerivano prima di ogni battaglia funghi velenosi (probabilmente le amanite muscarie e gli ovuli malefici), ma anche sangue di lupo e di orso. Gli attacchi di furia duravano per giorni e lasciavano il guerriero stremato, senza forze per tante ore. Di solito quando si approssimava la trasformazione i Berserker diventavano violenti, cominciavano a digrignare i denti e a togliere schiuma dalla bocca. Dopodiché questi uomini diventavano rossi in viso e cominciavano ad aggredire chiunque, amici e nemici. Solo allora i loro comandanti li lanciavano verso i nemici, che potevano solo sperare di ucciderli subito, perché altrimenti non avrebbero avuto un’altra possibilità. Secondo altri studiosi questo stato di trance era indotto da un particolare tipo di autoipnosi, che lasciava i Berserker storditi, ma non completamente incoscienti. A noi non è dato sapere quale sia davvero la verità su questa trasformazione, ma non si può ignorare che la fama di questi uomini-orso sia arrivata addirittura fino all’impero bizantino, come riporta Procopio di Cesarea. È naturale che in quei tempi fatti da guerre e violenze, la sola notizia di un esercito che poteva schierare questo tipo di soldati poteva generare scoramento anche nel più fiero dei guerrieri.

La fine dei Berserker

Nei primi secoli dell’epoca Norrena tutti i notabili avevano delle bande di Berserker tra le loro fila di soldati. Harnald Bellachioma, fondatore del regno di Norvegia, si dice avesse i Berserker come truppa d’élite e come guardia personale. Erik il Rosso, colui che secondo gli storici fu il primo europeo a raggiungere le coste della Groenlandia, si dice fosse stato un Berserker in gioventù. Nel 1015 Eirikr Hakonarson, conte di Northumbria e governatore della Norvegia, bandì dalle sue armate i Berserker, probabilmente a causa della sua conversione al Cristianesimo. Agli occhi di questa nuova religione, le gesta dei Berserker non potevano essere tollerate. Inoltre i Berserker non accettarono mai di convertirsi alla fede in Cristo, rimanendo convintamente e fieramente pagani. I Berserker, uomini posseduti dallo spirito di Odino, furono considerati alla stregua di adoratori del Demonio al quale offrivano volentieri le anime dei nemici uccisi durante il furore animalesco. Alle possessioni di Odino i monaci norvegesi contrapposero la misericordia di un Dio unico, che predica l’amore per il prossimo e non la guerra come momento sacro. I Berserker divennero quindi l’immagine di un mondo in declino: se prima la loro furia era stata ricercata e bramata dai signori norvegesi, ora questi venivano messi da parte, osteggiati dai vescovi e dai re che ormai sognavano una società fatta di leggi e di ordine e non una di tipo tribale dove regnava solo la legge del più forte.

Mito o realtà?

Quanto vi è di vero nella storia dei Berserker? Probabilmente nulla. Sembra davvero incredibile che gli scontri tra i signori vichinghi potessero essere risolti da un drappello di uomini-orso drogati da funghi velenosi. È molto più probabile che questi fossero solo un’armata d’élite dedita a strani riti e non dei mutanti assetati di sangue. Di sicuro possiamo dire che il mito del guerriero furioso ha avuto una vastissima fortuna nella letteratura fantasy, nei fumetti e anche nella musica, specialmente quella heavy metal. Inoltre è molto probabile che la figura del lupo mannaro possa essere una derivazione dei Berserker, per quanto la ragione della “trasformazione” sia totalmente diversa. Certo il cristianesimo avrà anche fatto finire i rituali e le strane trasformazioni, ma i valori propri dei guerrieri Berserker non si esaurirono con l’avvento della nuova religione. Il nuovo guerriero del medioevo scandinavo non indossa più la pelle di orso e non si nutre di sangue e funghi velenosi per raggiungere la furia. Il cavaliere medievale ora è un cavaliere elegante ed imbevuto di dogmi cristiani, un paladino senza macchia e senza paura che non vuole più ricoprirsi del sangue del nemico ma che prende i sacramenti e brama un feudo o una nobildonna da impalmare. Il cristianesimo ha addomesticato l’uomo-orso e l’ha trasformato nel cavaliere, colui che ricercherà la gloria tra i bizantini e gli infedeli.

Giovanni Trotta