Coppa d’Africa 1992, la prima volta degli Elefanti.

L’edizione numero 18 della Coppa d’Africa venne ospitata dal Senegal e presentò fin da subito un vistoso cambiamento: venne ampliata la platea di squadre (da 8 passarono a 12) e venne cambiata anche la formula del torneo. Si passò infatti da due gironi all’italiana dal quale far uscire le semifinaliste a quattro gironi da tre squadre ciascuno, le prime due classificate sarebbero andate avanti per disputare i quarti di finale. Il primo girone vide l’affermazione di Senegal e Nigeria a spese del malcapitato Kenya. Il secondo girone venne invece dominato dal Camerun e dallo Zaire mentre il terzo gruppo segnò il successo di Costa d’Avorio e Congo Brazzaville. Il quarto e ultimo gruppo vide invece l’affermazione del Ghana e dello Zambia, a spese del quotatissimo Egitto. I quarti di finale cominciarono con un tiratissimo Nigeria-Zaire, conclusosi sul risultato di 1 a 0 per le aquile nigeriane. Il secondo quarto di finale vide invece l’affermazione dei Leoni Indomabili sui senegalesi, mentre il terzo quarto tra Costa d’Avorio e Zambia si concluse con il risultato di 1 a 0 a favore degli ivoriani. L’ultimo quarto venne vinto invece dal Ghana contro il Congo Brazzaville per 2 a 1, con i gol decisivi di Yeboah e Abedì Pele, due vere e proprie stelle capaci di fare ottima figura anche in Europa. La prima semifinale fu un vero e proprio big match tra due squadroni: Ghana e Nigeria si diedero battaglia e alla fine prevalsero i ghanesi con il risultato di 2 a 1. La seconda semifinale tra Camerun e Costa d’Avorio venne decisa soltanto ai rigori e venne vinta dagli ivoriani, con il risultato di tre tiri dal dischetto trasformati a uno. La finalina vide l’affermazione rabbiosa della Nigeria, che sconfisse il Camerun per 2 a 1 dopo aver dominato tutta la partita. La finale venne giocata il 26 gennaio nello stadio della capitale Dakar, intitolato a Leopold Senghor, padre della patria e finissimo intellettuale senegalese. La Costa d’Avorio ebbe ragione del Ghana dopo ben 11 tiri dal dischetto e in virtù dell’errore di Anthony Baffoe, roccioso difensore ghanese. Fu la prima affermazione per la Costa d’Avorio che finalmente si portò a casa il trofeo continentale dopo tante partecipazioni ma senza grandi gioie.

Coppa d’Africa 1994, la seconda volta delle aquile nigeriane.   

La Coppa d’Africa del 1994, la diciannovesima edizione del torneo continentale africano, venne organizzata dalla Tunisia, che all’ultimo momento dovette subentrare allo Zaire. Come in molti sapranno, il ’94 fu un anno di grande gioia per l’Africa (l’elezione di Nelson Mandela) ma anche di grande dolore, si pensi alla tragedia del Genocidio del Rwanda, una vera e propria mattanza che provocò la morte di quasi un milione di persone nel giro di 3 mesi. Lo Zaire portò la propria squadra a partecipare alla fase finale della competizione, ma dovette rinunciare all’organizzazione in primo luogo per l’escalation di violenza che si stava consumando nella regione dei Grandi Laghi e in secondo luogo per le proteste che ogni giorno si stavano verificando per le strade di Kinshasa contro il “Dinosauro” Mobutu. Ma un altro motivo rese questa Coppa d’Africa un’edizione diversa dalle altre: infatti nell’aprile del ’93 la nazionale dello Zambia avrebbe dovuto disputare a Dakar un decisivo incontro per la qualificazione al Mondiale americano. Purtroppo questa partita non fu mai giocata, infatti l’aereo che trasportava la squadra si inabissò nelle acque di fronte al Gabon, causando la morte di tutti i passeggeri. La stella della squadra, Kalusha Bwalya, si salvò miracolosamente in quanto non prese lo stesso aereo dei suoi compagni. Bwalya arrivò a Dakar ma dei suoi compagni non arrivò nessuno. Bwalya decise allora con i suoi nuovi compagni di nazionale che avrebbe ricostituito il grande Zambia, la stessa squadra che aveva preso a sberle Tacconi e compagnia alle Olimpiadi di Seul. Come vedremo in seguito, ci arrivarono maledettamente vicini all’impresa. La formula rimase quella dei 4 gironi da 3 squadre l’uno, con le prime due qualificate a giocarsi i quarti di finale. Il primo girone vide come vincitrici lo Zaire e il Mali, a spese della più blasonata Tunisia, il secondo vide invece l’affermazione dell’Egitto e della Nigeria contro il piccolo Gabon, all’esordio assoluto nella competizione. Il terzo girone venne vinto dallo Zambia e dalla Costa d’Avorio, che ebbero ragione della Sierra Leone, anch’essa all’esordio nel torneo continentale. Il quarto girone fu invece dominato da Ghana e Senegal (qualificato al posto dell’Algeria, squalificata per aver schierato un giocatore sotto diffida in un incontro di qualificazione), che si sbarazzarono della Guinea Conakry senza grande sforzo. Il primo quarto di finale lo vinse la Nigeria contro lo Zaire con il risultato di 2 a 0, mentre il secondo vide l’affermazione del Mali sull’Egitto per 1 a 0, mettendo a nudo la crisi del calcio egiziano che però avrà tutto il tempo di rifarsi. Il terzo quarto di finale venne vinto dallo Zambia contro il Senegal per 1 a 0, il quarto incontro invece terminò a favore della Costa d’Avorio, vincitrice sul Ghana per 2 a 1. La prima semifinale, giocata tra Nigeria e Costa d’Avorio fu una vera battaglia, decisa solo dai calci di rigori e a favore delle aquile nigeriane (la partita finì 2 a 2 dopo i tempi supplementari, 4 a 2 il conto dei tiri dal dischetto). La seconda semifinale fu invece un vero e proprio massacro: infatti lo Zambia si sbarazzò del Mali con un umiliante 4 a 0, una vera e propria lezione che fece fischiare le orecchie a molte persone anche in Italia. La finalina per il terzo posto venne vinta per 3 a 1 dalla Costa d’Avorio contro un Mali ancora frastornato dalla batosta patita contro Bwalya e compagni. La finalissima venne giocata il 10 aprile 1994 allo stadio Olimpico di El Menzah di Tunisi, davanti a 25.000 spettatori. Malgrado lo sforzo prodotto, allo Zambia non riuscì il colpaccio, venne infatti sconfitto dalla Nigeria per 2 a 1, grazie alla doppietta di Emmanuel Amunike, lo stesso calciatore che avrebbe regalato l’oro olimpico alla sua nazionale ad Atlanta due anni dopo e contro i campioni dell’Argentina.

Coppa d’Africa 1996, arrivano i Bafana Bafana!

La ventesima edizione della Coppa d’Africa venne organizzata dal Sudafrica, all’esordio assoluto nella competizione dopo essere stata estromessa per quasi quarant’anni a causa dell’Apartheid. Il Sudafrica si assunse l’onere dell’organizzazione anche a causa dell’improvviso forfait del Kenya, Paese che aveva ottenuto l’organizzazione della competizione. L’edizione del ’96, oltre a vedere l’assoluto esordio di Sudafrica, Angola, Burkina Faso e Liberia, venne ricordata anche per la nuova formula di svolgimento del torneo. Venne infatti allargata la platea di squadre partecipanti (da 12 a 16) e cambiata la composizione dei gironi, che da 3 squadre ciascuno passò a 4, un po’ come gli Europei di calcio fino al 2012. Come ogni edizione della Coppa d’Africa che si rispetti, anche la ventesima edizione ebbe un colpo di scena: la fortissima Nigeria, la squadra che nel ’96 conquistò l’oro olimpico ad Atlanta, non partecipò alla Coppa d’Africa a causa di un golpe militare che aveva preso il potere nel Paese africano. Malgrado la minaccia da parte della CAF di squalificare per un decennio le super aquile, alla fine la Nigeria non prese parte alla competizione, che dovette rinunciare ad una seria candidata alla vittoria finale. Il primo girone vide il successo del Sudafrica e dell’Egitto, a spese dell’Angola e del Camerun, il secondo girone venne dominato dallo Zambia e dalla Algeria, che si sbarazzarono senza troppo sforzo della Sierra Leone e del Burkina Faso. Il terzo girone, orfano della Nigeria, venne vinto dal Gabon e dallo Zaire, mentre fanalino di coda rimase la Liberia. Il quarto e ultimo girone vide l’affermazione di Ghana e Tunisia, a spese della Costa d’Avorio e del Mozambico. I quarti di finale cominciarono con la vittoria a sorpresa dei sudafricani contro l’Algeria per 2 a 1, mentre il secondo quarto di finale vide la straordinaria affermazione dello Zambia, capace di schiantare l’Egitto per 3 a 1. Il terzo quarto tra Gabon e Tunisia fu una vera e propria battaglia e a spuntarla furono alla fine le Aquile di Cartagine ma solo ai calci di rigore (1 a 1 dopo i tempi supplementari, 4 a 1 per la Tunisia il risultato della lotteria dei rigori), il quarto confronto valido per la semifinale venne vinto dal Ghana contro lo Zaire per 1 a 0. La prima semifinale tra Sudafrica e Ghana fu un vero massacro per i ghanesi, che vennero sonoramente sconfitti per 3 a 0 dai Bafana Bafana (I nostri ragazzi in lingua Zulu), mentre la seconda vide invece la vittoria della Tunisia contro i ragazzi dello Zambia per 4 a 2. La finalina per il terzo posto tra Ghana e Zambia terminò con la vittoria di misura per lo Zambia, che con questo risultato continuò il suo processo di crescita, tragicamente arrestatosi dopo il disastro aereo del ’93. La finalissima si giocò il 3 febbraio del 1996 allo stadio della capitale Johannesburg, davanti a 80.000 persone, tra i padroni di casa del Sudafrica e la Tunisia. A spuntarla fu il Sudafrica per 2 a 0, con la doppietta di Mark Williams. Dopo anni di Apartheid e di esclusioni finalmente anche i ragazzi sudafricani arrivarono sul podio della competizione africana, mostrando al mondo una nazionale di talenti, come ad esempio il compianto Philemon Masinga (che giocò anche in serie A con le maglie di Salernitana e Bari), Bartlett, Williams e il capitano Tovey, che fu il primo bianco ad alzare la Coppa d’Africa.

Coppa d’Africa 1998, la quinta vittoria dei Faraoni.

La ventunesima edizione della Coppa d’Africa venne organizzata dal Burkina Faso e vide la partecipazione di 16 squadre, divise in 4 gironi da 4 squadre ciascuno. Il primo girone venne dominato dal Camerun e dalla squadra di casa, che si sbarazzarono dell’Algeria e della Guinea Conakry. Il secondo girone vide l’affermazione di Tunisia e Repubblica Democratica del Congo (tornata all’originaria denominazione dopo la caduta di Mobutu e l’abbandono della dicitura “Zaire”) a spese del Togo e del Ghana, che a sorpresa si trovò fuori dal torneo. Il terzo girone venne vinto da Sudafrica e Costa d’Avorio, che superarono di slancio la Namibia, all’esordio assoluto nella competizione e l’Angola. Il quarto e ultimo girone vide la grande affermazione di Egitto e Marocco, capaci dello Zambia e del Mozambico. I quarti di finale cominciarono con una grande sorpresa: il Camerun dei Leoni Indomabili venne sorpreso per 1 a 0 dai ragazzi del Congo Kinshasa, che si guadagnarono a sorpresa il diritto di disputare la semifinale. Il secondo quarto fu invece una sfida tiratissima tra Tunisia e Burkina Faso, conclusasi sull’ 1 a 1 dopo i tempi supplementari e decisa solo dopo 15 tiri dal dischetto. Alla fine a spuntarla a sorpresa fu in Burkina Faso, che dimostrò di avere dei veri e propri cecchini dagli 11 metri. La terza sfida valevole per la finale, la Costa d’Avorio contro l’Egitto, venne anch’essa decisa ai rigori dopo lo 0 a 0 maturato dopo 120’. Alla fine alla lotteria dei rigori vinse l’Egitto con 5 penalty realizzati contro i 4 degli ivoriani. L’ultimo quarto giocato tra Marocco e Sudafrica vide la vittoria dei Bafana Bafana per 2 a 1, certificando il momento di crescita della nazionale sudafricana. La prima semifinale tra Congo Kinshasa e Sudafrica vide l’affermazione dei ragazzi di Mandela, capaci di sbarazzarsi dei Leopardi congolesi con il risultato di 2 a 1. La seconda semifinale fu invece un monologo da parte egiziana, che si sbarazzò per 2 a 0 del pur volenteroso Burkina Faso. La finale tra le deluse delle semifinali fu un vero e proprio spettacolo, qualcosa capace di incollare alle gradinate i Burkinabé accorsi per supportare i propri beniamini. Alla fine dei tempi regolamentari la partita terminò sullo spettacolare risultato di 4 a 4, alla fine per decidere la sfida tra Congo Kinshasa e Burkina Faso furono necessari i tiri dal dischetto che alla fine arrisero ai congolesi, che si dimostrarono più precisi dei loro colleghi. La finalissima tra Egitto e Sudafrica, giocata il 28 febbraio ad Ouagadougou, vide la vittoria degli egiziani per 2 a 0 contro i Bafana Bafana, che non riuscirono a bissare il successo di 2 anni prima. Dopo 12 anni di delusioni gli egiziani riuscirono a vincere la Coppa d’Africa, un trofeo che stava diventando sempre più importante malgrado le lamentele dei presidenti dei grandi club europei, sempre poco propensi a lasciare i propri ragazzi alle nazionali africane, soprattutto in un periodo importante per i campionati europei come quello tra gennaio e febbraio.

Coppa d’Africa 2000, la terza volta dei Leoni Indomabili.

La Coppa d’Africa del 2000, la ventiduesima edizione della competizione continentale, presentò fin da subito una novità rilevante: fu la prima edizione organizzata in tandem tra 2 nazioni, la Nigeria e il Ghana, due Paesi che misero insieme le forze per dare ai tifosi un’organizzazione di cui potersi vantare anche al di fuori del continente africano. Alla fase finale parteciparono ben 16 formazioni divise in 4 gironi da 4 squadre ciascuno. Il primo girone venne vinto dal Camerun e dal Ghana, capaci di eliminare la Costa d’Avorio e il Togo. Il secondo girone vide l’affermazione di Sudafrica e Algeria, a spese di Gabon e del Congo Kinshasa, costretto a lasciare la competizione già ai gironi e quindi incapace di confermare l’ottimo terzo posto di due anni prima. Il terzo girone vide prevalere Egitto e Senegal davanti al Burkina Faso e allo Zambia, che dopo anni di ottimi piazzamenti lasciò il torneo dopo solo 3 partite, mentre il quarto girone segnò la qualificazione di Nigeria e Tunisia, a spese del Marocco e del Congo Brazzaville. Il primo quarto di finale venne stravinto dal Camerun, che si impose per 3 a 0 sull’Algeria, il secondo quarto di finale tra Ghana e Sudafrica venne invece vinto di misura dai Bafana Bafana grazie alla rete di Nomvete, attaccante sudafricano transitato anche da Udine. Il terzo quarto di finale vide l’affermazione a sorpresa della Tunisia sull’Egitto per 1 a 0, mentre il quarto incontro valevole per la semifinale tra Senegal e Nigeria vide la vittoria delle Super Aquile per 2 a 1 dopo i tempi supplementari. La prima semifinale giocata a Lagos il 10 febbraio fu dominata dalla Nigeria, capace di liquidare con un secco 2 a 0 un lanciatissimo Sudafrica. La seconda semifinale, giocata a Accra, fu un monologo del Camerun, capace di sconfiggere la Tunisia per 3 a 0 grazie alla doppietta di Patrick Mboma, punta di diamante del Cagliari e dal gol di un giovane di cui il mondo presto si sarebbe accorto: Samuel Eto’o. La finalina tra Sudafrica e Tunisia venne decisa soltanto ai rigori: i tempi supplementari si chiusero sul 2 a 2, ai rigori invece il Sudafrica si dimostrò più precisa fissando il risultato della lotteria dei tiri dal dischetto sul 4 a 3. La finalissima venne giocata il 13 febbraio a Lagos, davanti a 40.000 spettatori, in maggior parte supporters delle Super Aquile. Tra Nigeria e Camerun andò in scena una vera e propria battaglia, decisa soltanto dai rigori. Dopo i tempi supplementari, terminati sul punteggio di 2 a 2, vennero tirati i penalty che consegnarono la vittoria finale al Camerun, grazie al rigore decisivo segnato dal difensore centrale Rigobert Song. Per il Camerun fu una grande vittoria, che verrà certificata nell’estate dello stesso anno, quando i Leoni Indomabili porteranno a casa l’oro alle Olimpiadi di Sydney, battendo la Spagna di Xavi e Puyol.

Gli anni più belli  

Spesso e volentieri, tra una birra e una partita, è capitato di discutere sull’effettivo valore del calcio africano. Se oggi non si hanno dubbi sulle abilità di questi fantastici atleti, ben diverso era il discorso durante gli anni ’90. L’Africa nel decennio che va dal ’90 al 2000 visse probabilmente le crisi peggiori della propria storia: il genocidio in Rwanda nel ’94, colpi di stato, carestie e guerre infinite, eppure da un punto di vista calcistico fu un periodo d’oro. I calciatori africani negli anni ’90 cominciarono ad essere corteggiati dai grandi club europei, che cercavano di scovare talenti anche nelle più povere e pericolose bidonville delle nazioni africane. Gente come Eto’o, Mboma, Song, Jay-Jay Okocha, Hadji e tantissimi altri furono il prodotto di un grande processo di maturazione del calcio in Africa, frutti di cui però alla fine godettero i tifosi delle squadre europee, visto che questi giocatori pur di non giocare in patria accettarono contratti truffa da parte di manager senza scrupoli, pur di farsi vedere nel calcio che conta. Emblema di questa straordinaria crescita fu la vittoria del Pallone d’Oro da parte di George Weah, straordinario attaccante proveniente dalla Liberia e primo Pallone d’Oro di tutta l’Africa. Le vittorie degli ori olimpici della Nigeria nel ’96 e del Camerun nel 2000 segnarono la vera affermazione di questa nuova filosofia di calcio, fatta di corsa ed allegria, un vero e proprio inno alla gioia. Un’allegria che non ti rende più ricco, non ti dà da mangiare, ma ti fa vedere le cose almeno per un momento di un altro colore…proprio come il momento in cui un pallone varca la fatidica linea bianca e tutti gridano “GOOOLLL!!”.

Giovanni Trotta