La Sila ha visto nel corso dei secoli il susseguirsi di vicende che hanno caratterizzato l’aspetto storico e paesaggistico dei luoghi silani, intrecciandosi a volte con la dimensione mistica o leggendaria. Molti i viaggiatori che hanno lasciato traccia attraverso i loro scritti dei reperti e della moltitudine di bellezza di cui si erano imbattuti durante i loro viaggi in terra di Calabria. Norman Douglas, scrittore inglese, definì la maestosa foresta della vetta del Gariglione “vergine”, priva di qualsiasi violazione umana. Il marchese di Custine, Astolphe Louis Lénor, viaggiatore anch’egli, francese, di cui scrisse sulla Calabria innumerevoli vicende oggi tesoro per i posteri.

I boschi della Sila racchiudono, quasi a preservare, vicende vissute di uomini e donne di cui vale la pena raccontare. Una fra queste è la storia di Giuseppina Carvelli. Correva l’anno 1947, l’estate era ormai agli sgoccioli e l’autunno non tardava ad arrivare. Una famiglia di Petilia Policastro giunse in prossimità del monte Gariglione: papà Domenico, mamma Giuseppina e la piccola Teresina. L’uomo lavorava nell’area in cui scorreva il fiume Tacina per costruire insieme ad altri operai un acquedotto in grado di condurre l’acqua dell’altopiano silano fino a valle, verso la costa jonica. Durante il periodo di permanenza in quei luoghi il nucleo familiare si stabilì tra Tacina e il monte Gariglione. Realizzarono una tenda la quale divenne la loro nuova abitazione. Un giorno all’improvviso un incendio prese vita all’interno della tenda e le fiamme avvolsero la struttura in paglia dove si trovava la bambina, Teresa. Con eroico coraggio la madre alla vista del fumo vi precipitò all’interno per cercare di salvare la figlia rimasta intrappolata. Purtroppo, da quel rifugio, nessuna delle due né uscì viva.

In memoria di quel terribile epilogo e per farsí che la vicenda non precipitasse nell’oblio, il Corpo forestale dello Stato e il Parco nazionale della Sila hanno voluto inaugurare una struttura in legno dove si racconta l’accaduto. A lato, la lapide in pietra con la foto di entrambe: il viso della povera fanciulla accanto a quello della madre accompagnate da due croci in tinta nera.

Mamma Giuseppina e la figlia Teresa (foto: Pietro Marchio, 28 luglio 2021)

Pietro Marchio