Usa 1994

Il 4 luglio del 1988 Henry Kissinger annunciò al mondo intero che l’edizione dei Mondiali di calcio del ‘94 sarebbe stata ospitata dagli Stati Uniti d’America. Era la prima volta che la grande nazione nordamericana organizzava una manifestazione calcistica così importante, ed era anche la prima volta che un Mondiale veniva organizzato da una nazione che non faceva parte né del continente europeo e né di quello sudamericano. I delegati Usa riuscirono a vincere la concorrenza del Marocco, che per bocca del suo delegato Fifa si lasciò andare ad un j’accuse nei confronti di Kissinger e dei delegati Fifa statunitensi, colpevoli di aver “oliato” gli ingranaggi dell’assegnazione e soprattutto digiuni di ogni esperienza in fatto di Fútbol. Fatto sta che alla fine furono gli Usa ad organizzare la rassegna calcistica e per fare in modo che lo spettacolo fosse imperdibile non si badò a spese. Per la prima volta ad ogni nazione vincitrice di un incontro della fase a girone vennero assegnati tre punti, in modo da scongiurare i pareggi ed eventuali accomodamenti tra squadre. Tra le squadre esordienti si qualificarono la Nigeria, l’Arabia Saudita e la Grecia, andando ad aumentare la pletora delle possibili qualificate. Ora vediamo in dettaglio come andarono le cose nei vari gironi.

L’andamento dei gironi

Il girone A si compose di Usa, Svizzera, Romania e Colombia.

La prima giornata la Romania sorprese la Colombia con un netto 3 a 1, doppietta di Raducioiu e Hagi, mentre per i colombiani segnò Valencia; nell’altra partita Usa e Svizzera pareggiarono 1 a 1 con reti di Wynalda e Bregy. Nella seconda giornata gli Usa vinsero 2 a 1 contro i cafeteros grazie alle reti di Stewart e l’autogol di Escobar (il povero Escobar, a Mondiale finito e tornato in Colombia, venne ucciso a colpi di arma da fuoco all’uscita di un ristorante, colpevole di aver sancito con il suo autogol l’uscita dei cafeteros dal Mondiale americano), mentre per la Colombia segnò ancora Valencia, la Svizzera invece si rilanciò battendo sonoramente la Romania per 4 a 1, con reti di Knup (x2), Chapuisat e Sutter, mentre per i rumeni segnò Hagi. Nella terza ed ultima giornata la Colombia vinse 2 a 0 contro la Svizzera con reti di Gaviria e Lozano, mentre gli Usa vennero sconfitti dalla Romania per 1 a 0 grazie alla rete di Petrescu. La Colombia dovette abbandonare il Mondiale, mentre Romania, Usa e Svizzera superarono il turno.

Il girone B venne formato da Brasile, Svezia, Camerun e Russia.

Nella prima giornata il Brasile vinse 2 a 0 contro la Russia grazie alle reti di Romario e Rai, il fratello del Dottor Socrates, mentre Svezia e Camerun pareggiarono 2 a 2 con reti di Embé e Omam Biyik per gli africani, per gli svedesi segnarono Dahlin e Ljung. La seconda giornata vide il Brasile strapazzare 3 a 0 il Camerun con reti di Romario, Bebeto e Marcio Santos, la Svezia invece vinse 3 a 1 contro la Russia grazie alla doppietta di Dahlin e il gol di Brolin, mentre per i russi segnò Salenko. La terza e ultima giornata vide il pareggio per 1 a 1 tra Brasile e Svezia grazie alle reti di Romario e Kenneth Andersson, la partita tra Russia e Camerun, inutile dal punto di vista della classifica, diede la possibilità a Roger Milla e Oleg Salenko di stabilire due record che a distanza di 30 anni ancora non sono stai battuti: infatti la partita finì 6 a 1 con 5 reti segnate da Salenko, il quale divenne l’unico calciatore della storia dei Mondiali a segnare 5 reti in una sola partita. Roger Milla, che segnò il gol della bandiera per gli africani, divenne il più anziano marcatore della storia dei Mondiali, avendo segnato un gol a 42 anni suonati (secondo alcuni anche di più, ma noi teniamo per buona la data di nascita registrata e conosciuta dai siti dedicati). Alla fine del girone passarono Svezia e Brasile, mentre Russia e Camerun tornarono a casa.

Il girone C si formò con la partecipazione di Germania Spagna, Corea del Sud e Bolivia.

Nella prima giornata la Germania vinse di misura sulla Bolivia per 1 a 0 grazie alla rete di Klinsmann, mentre Spagna e Corea pareggiarono 2 a 2, risultato maturato grazie alle reti di Goikoetxea e Solinas, mentre per gli asiatici segnarono Seo e Hong. La seconda giornata vide il pareggio a reti bianche tra Corea e Bolivia e il pareggio per 1 a 1 tra Spagna e Germania (reti di Goikoetxea e Klinsmann). La terza giornata sancì la vittoria per 3 a 1 della Spagna sulla Bolivia con la doppietta di Caminero e Guardiola, mentre il gol dell’orgoglio boliviano lo segnò Sanchez. La Germania vinse 3 a 2 contro la Corea grazie alla doppietta di Klinsmann e la rete di Riedle, mentre per i corani segnarono Hwang e Hong. Bolivia e Corea del Sud vennero eliminate, mentre Spagna e Germania proseguirono il loro cammino.

Il girone D si compose di Nigeria, Grecia, Argentina e Bulgaria.

La prima giornata vide la vittoria dell’Albiceleste contro la Grecia per 4 a 0, tripletta di Batistuta e gol del redivivo Maradona, mentre nell’altra partita la Nigeria sconfisse 3 a 0 la Bulgaria con reti di Amunike, Yekini e Amokachi. Nella seconda giornata l’Argentina vinse contro la Nigeria 2 a 1, con la doppietta di Caniggia e il gol nigeriano di Siasia. In questa partita il Diez dell’Argentina Diego Armando Maradona venne scoperto dall’antidoping e squalificato. Per Diego fu l’inizio della fine e per l’Argentina fu un vero e proprio disastro, come vedremo tra poco. Nell’altra partita la Bulgaria si sbarazzò della Grecia con un rotondo 4 a 0, grazie alle reti di Stoickov (x2), Leckov e Borimirov. La terza giornata la Nigeria batté la Grecia 2 a 0 con reti di Finidi e Amokachi e con lo stesso risultato la Bulgaria batté l’Argentina 2 a 0 grazie alle reti di Stoickov e Sirakov. Alla fine si qualificarono Bulgaria, Nigeria e Argentina, mentre la Grecia tornò a casa senza aver segnato neanche una rete.

Il girone E venne formato da Messico, Italia, Irlanda e Norvegia.

La prima giornata del Mondiale per l’Italia fu un vero e proprio incubo, infatti venne sconfitta dall’Eire per 1 a 0 grazie alla rete di Houghton, mentre nell’altra partita la Norvegia batté il Messico per 1 a 0 grazie alla rete di Rekdal. La seconda giornata la squadra di Sacchi vinse 1 a 0 contro la Norvegia grazie ad una poderosa incornata di Dino Baggio, mentre il Messico vinse 2 a 1 contro gli irlandesi grazie alla doppietta di Garcia e il gol della bandiera di Aldridge. Nella terza ed ultima giornata del girone Irlanda e Norvegia pareggiarono 0 a 0, mentre Italia e Messico pareggiarono 1 a 1 grazie alle reti di Massaro e Bernal. Alla fine si qualificarono Italia, Messico ed Irlanda, mentre alla Norvegia toccò tornare a casa.

Il girone F si compose di Belgio, Olanda, Marocco ed Arabia Saudita. Nella prima giornata l’Olanda vinse 2 a 1 contro gli arabi grazie alle reti di Jonk e Taument, mentre per i ragazzi del Golfo d’Arabia segnò Amin. Il Belgio invece vinse 1 a 0 contro il Marocco grazie alla rete di Degryse. La seconda giornata il Belgio vinse il derby contro i “cugini” olandesi grazie alla rete di Albert, mentre l’Arabia batté il Marocco 2 a 1 con reti di Amin e Al-Jaber, mentre per i marocchini segnò Chaouch. La terza e decisiva giornata vide la vittoria dei sauditi contro il Belgio 1 a 0 grazie alla spettacolare rete di Al-Owairan, l’Olanda invece vinse 2 a 1 contro il Marocco grazie alle reti di Roy e Bergkamp, mentre per i magrebini segnò Nader. Arabia, Olanda e Belgio passarono il turno, mentre il Marocco dovette abbandonare il torneo.

Gli Ottavi di finale

Gli ottavi di finale del Mondiale a stelle e strisce cominciarono il 2 luglio con la sfida tra Germania e Belgio. A spuntarla alla fine furono i tedeschi dopo una grande partita conclusasi con il risultato di 3 a 2. A segnare furono Voller (x2), e Klinsmann, mentre per i belgi segnarono Albert e Grun. La Spagna si sbarazzò per 3 a 0 della Svizzera grazie alle reti di Hierro, Luis Enrique e Begiristain. La Svezia mise fine al sogno dell’Arabia Saudita battendola per 3 a 1, reti di Dahlin e doppietta di Kenneth Andersson, mentre il gol della bandiera dei sauditi venne segnato da Al-Ghesheyan. L’Argentina, priva del suo miglior giocatore, venne sconfitta dai sorprendenti rumeni per 3 a 2. A decidere la partita fu la doppietta di Dumitrescu e la rete di Hagi, mentre per gli argentini segnarono Batistuta e Balbo. L’Olanda vinse facile 2 a 0 contro l’Irlanda con reti di Jonk e Bergkamp, che abbandonò il torneo dopo aver comunque ben figurato nel girone degli Azzurri. Il Brasile vinse a fatica contro gli Usa per 1 a 0 grazie alla rete del raffinato attaccante carioca Bebeto, mentre la Bulgaria riuscì ad avere ragione del Messico solo ai calci di rigore, dopo che il risultato nei tempi regolamentari era finito 1 a 1 grazie alle reti di Stoickov e Garcia Aspe. L’Italia venne sorteggiata agli ottavi di finale contro la sorprendente Nigeria che aveva battuto la Bulgaria e la Grecia. La partita fu durissima per i ragazzi di Arrigo Sacchi, che si ritrovarono sotto nel punteggio grazie alla rete nigeriana di Amunike. Roberto Baggio riuscì con un grande gol a rimettere in piedi la partita a 2’ dal 90° e, durante i supplementari, trasformò il rigore che consegnò agli Azzurri il quarto di finale.

I quarti di finale

I quarti di finale iniziarono il 9 luglio con la sfida tra Italia e Spagna, due delle squadre più quadrate e fortunate dell’intera manifestazione. A spuntarla fu l’Italia con una grande partita, un 2 a 1 sofferto ma meritato maturato grazie alla doppietta di Roberto Baggio e la rete spagnola di Caminero. Olanda e Brasile diedero spettacolo: la partita infatti si concluse sul 3 a 2 per i carioca grazie alle reti di Romario, Bebeto e Branco, mentre per gli Oranje segnarono Bergkamp e Winter. La Bulgaria spedì a casa la Germania con un 2 a 1 che sta anche stretto ai bulgari. La Germania, che dal 1978 non mancava una semifinale dei Mondiali, abbandonò il Mondiale ai quarti. A decidere a partita furono le reti di Stoickov e Leckov, che rimontarono il gol segnato su rigore da Lothar Matthaus. Il quarto più emozionante fu quello tra le due rivelazioni del torneo: Romania e Svezia. La partita si concluse ai tempi regolamentari sul 2 a 2, grazie alla doppietta di Raducioiu per i rumeni e le reti di Brolin e Kenneth Andersson per gli svedesi. Alla lotteria dei rigori decisivo fu l’errore di Belodedici, libero del Valladolid, che spianò la strada della semifinale agli svedesi.

Le semifinali e la finale per il terzo posto

Il 13 luglio si disputarono le due semifinali, con lo stesso orario per non favorire nessuno. Il Brasile vinse di misura contro la Svezia grazie al gol di Romario all’80 minuto. La Svezia dovette rinunciare alla finale che avrebbe ampiamente meritato per risultati e gioco espresso, ma il Brasile si rivelò squadra quadrata, disposta alla sofferenza e al sacrificio proprio come una squadra europea, senza lasciare nulla o quasi all’estetica calcistica tanto cara ai funamboli carioca. La semifinale tra Italia e Bulgaria mise in mostra ancora una volta il talento del Divin Codino Roberto Baggio, autore della doppietta con cui gli Azzurri si sbarazzarono di Stoickov e compagni (autore tra l’altro del gol del 2 a 1). A giocarsi la finale sarebbero stati Brasile e Italia, in una rivincita della finale del 1970, mentre Bulgaria e Svezia si sarebbero dovute accontentare della finale dei rimpianti, quella per il terzo posto. Il 16 luglio le sconfitte delle semifinali incrociarono le spade per decidere chi avrebbe potuto fregiarsi della medaglia di bronzo. Fu una partita senza storia: i giocatori della Bulgaria, delusi per la sconfitta patita contro l’Italia, praticamente non scesero in campo e presero una solenne batosta da parte degli svedesi, che somministrarono ai bulgari una cura di 4 gol, marcati da Larsson, Kenneth Andersson, Brolin e Mild. La Svezia arrivava sul podio di un Mondiale dopo tantissimi anni, era infatti dal 1958 che non arrivava così vicina alla conquista di un titolo Mondiale.

La finalissima

Alle 12 del 17 luglio, presso l’impianto di Rose Bowl di Pasadena, di fronte a quasi 95 mila spettatori paganti si giocò la finale del Mondiale di calcio 1994. Ad arbitrare la finale venne designato il fischietto ungherese Sandor Puhl, arbitro di grande esperienza e famoso per aver diretto molte finali, tra cui quella di Champion’s League tra Borussia Dortmunt e Juventus e la semifinale dell’Europeo tra Inghilterra e Germania. Il Brasile arrivò alla finale criticatissimo dai detrattori, infatti il ct Parreira venne accusato di essere conservativo ed eccessivamente difensivista. In realtà il grande tecnico brasiliano riuscì a dare un’impronta più “europea” alla sua squadra, dotandola di una forte difesa e di un centrocampo folto e muscolare, il tutto coadiuvato da un attacco atomico formato da Bebeto e Romario (detto o’ baixinho, il piccoletto) capace di segnare 1000 gol in carriera. L’Italia arrivò sicuramente con meno pressioni esterne, ma il povero Sacchi aveva un sacco di grane a cui far fronte: prima fra tutte le precarie condizioni di salute del grande attaccante italiano Roberto Baggio, costretto ad uscire anzitempo durante la semifinale a causa di un dolore alla coscia sinistra. Per fortuna degli Azzurri però Sacchi riuscì a recuperare Franco Baresi, che giocò una fantastica finale sterilizzando gli attacchi dei carioca. Passiamo ora al campo per vedere in dettaglio come andò la partita. 

La finale si giocò sostanzialmente in un grande equilibrio: infatti se all’11° minuto Massaro per poco non riuscì ad impallinare Taffarel, al 25° Branco con una punizione fortissima per poco non riuscì a beffare il povero Pagliuca. Gli ultimi 10’ del primo tempo furono vissuti con grande affanno dagli Azzurri, che per poco non vennero colpiti prima da un’altra cannonata di Branco su punizione e poi da una conclusione malefica di Romario che lambì il palo. Si andò al riposo sullo 0 a 0 ma con i brasiliani che recriminarono per le occasioni fallite. Il secondo tempo fu molto meno emozionante del primo, ma visse un grande brivido per gli Azzurri: al 75’ infatti, una conclusione potente ma centrale di Mauro Silva mise in grande apprensione Pagliuca, il quale non riuscì a bloccare la sfera che carambolò sul palo prima di essere nuovamente abbrancata dal portiere sampdoriano. Passato il momento di panico, il portiere azzurro diede un simbolico bacio al montante della porta, quasi per ringraziarlo di questo miracolo. Durante i minuti di recupero, Baggio imbeccato da Albertini sparacchiò alto davanti a Taffarel. Con questa azione si conclusero i tempi regolamentari. I supplementari non modificarono l’andamento della finale, sicché per la prima volta nella storia dei Mondiali una finale venne risolta ai tiri dal dischetto. Baresi fu il primo a recarsi dal dischetto e calciò alle stelle, ma Pagliuca riuscì a parare la conclusione di Marcio Santos mantenendo la parità. Segnarono poi Albertini ed Evani per gli Azzurri, Romario e Branco per i carioca. Massaro si fece ipnotizzare da Taffarel, mentre il capitano Verdeoro Dunga non fallì il suo turno. Al Brasile sarebbe bastato un altro rigore trasformato, ma non ce ne fu bisogno perché Baggio tirò alto l’ultimo rigore per l’Italia, consegnando la coppa al Brasile che festeggiò il suo 4° titolo Mondiale, mentre gli Azzurri tornarono in patria con in bocca l’amaro sapore della sconfitta, anche per questa volta la sfida in finale contro i carioca era finita a vantaggio dei Verdeoro. 

Hristo Stoickov, l’adorabile spaccone

Rissoso e gentile, amabile e cattivo, insensibile ma poi capace di emozionarsi e di piangere davanti a papa Wojtila: questo era Hristo Stoickov, un uomo incapace di mezze misure, uno per cui le cose sono o tutte bianche o tutte nere, capace di rischiare la radiazione a vita a causa di una rissa terrificante subito dopo la finale di coppa di Bulgaria. Nel 1990 vinse la Scarpa d’Oro con ben 38 reti realizzate nel corso dell’anno solare e nello stesso anno approdò al Barcellona delle meraviglie di Bakero e Romario con Cruijff in panchina. Con il Barcellona vinse, seppur in due momenti differenti, 4 campionati, 1 Coppa Campioni, 2 Supercoppa Europea e 1 Coppa delle Coppe. Visse un anno senza fortuna al Parma prima di prendere la strada del Giappone prima e degli Stati Uniti poi, dove vinse addirittura un campionato nazionale ed una coppa nazionale. Nel 2003 annunciò il ritiro dal calcio giocato, potendosi fregiare del premio del Pallone d’Oro 1994, davanti a gente come Baggio e Bergkamp. Stoickov fu uno di quei calciatori che a vederlo ti facevano esclamare “ma perché Madre Natura non ha dato a me quel talento, avrei spaccato il mondo”, perché la storia del Fútbol è piena di questi calciatori, gente dal talento infinito ma mai totalmente espresso. Eppure per Stoickov questo discorso è vero solo in parte: poteva sembrare indolente, iracondo, ma le cose che è riuscito a fare su un campo da calcio pochi sono stati capaci di emularle, nel bene e nel male. Stoickov fu un talento cristallino ma da prendere con le molle, capace di pestare i piedi di un arbitro che voleva espellerlo e di mandare a quel paese un avversario che lo stava consolando per un errore banale. Stoickov fu tutto questo: un semidio contadino proveniente direttamente dalla campagna bulgara a divulgare il Verbo del Fútbol, un Verbo fatto di indolenza e nervosismo, ma anche di tanta, tantissima classe.

Giovanni Trotta