Germania Ovest 1974.

Archiviata l’edizione del 1970 e consegnata ai degni vincitori il Trofeo Rimet (che ricordiamo, dopo la vittoria del Brasile, non venne più assegnata), nel 1974 toccò alla Germania Ovest organizzare la manifestazione iridata per squadre nazionali di calcio. Come abbiamo detto, l’edizione di cui si sta parlando rappresentò una sorta di spartiacque per la competizione. Infatti, si decise di adottare un nuovo trofeo e anche una nuova formula per il torneo, decidendo anche di non assegnare definitivamente la cappa a chi l’avrebbe vinta per 3 volte. La FIFA scelse tra oltre 40 prototipi la scultura dell’italiano Silvio Gazzaniga, realizzata in oro 18 carati e rappresentante un globo tenuto in alto dalle braccia di due atleti che esultano. La formula del torneo invece prevedeva per prima i classici gironi, poi due ulteriori gironi composti dalle squadre che avevano superato i primi raggruppamenti. Alla fine, le prime due arrivate dei gironi si sarebbero giocate la finale, le seconde la finalina per il 3/4 posto. Un metodo abbastanza cervellotico, ma che serviva per esigenze televisive: non bisogna dimenticare che siamo nel pieno degli anni ’70, dove il medium per eccellenza è la televisione, capace di entrare nelle case di tutti e di influenzare le scelte e le opinioni dei piccoli consumatori appena usciti dal boom economico degli anni ’50 e ’60. La Germania Ovest, a cui venne assegnata l’organizzazione durante la conferenza della FIFA del 6 luglio 1966, fece un grande sforzo per garantire strade e stadi sicuri, soprattutto dopo quello che era avvenuto alle Olimpiadi di Monaco del 1972, quando un commando di terroristi palestinesi aveva preso in ostaggio gli atleti israeliani presenti nel villaggio olimpico e ne aveva ucciso 11. La Germania Ovest organizzò un efficiente cordone di sicurezza e non badò a spese pur di rendere il Mondiale bello e sicuro. Si dotò di una mascotte, anzi a dir il vero le mascotte furono due: una coppia di ragazzi di nome Tip e Tap e commissionò alla Adidas (nota azienda tedesca di materiale sportivo) il nuovo pallone, chiamato Telstar. Il nuovo pallone, realizzato secondo le nuove tecnologie, aveva il pregio di essere sì più leggero, ma anche di essere difficile da bloccare per i portieri, che come sempre sono quelli che poi, alla fine, il pallone finiscono per prenderselo in faccia o in fondo alla rete. Ora, dopo aver delineato le linee generali della competizione, possiamo passare al campo.

Andamento dei gironi di qualificazione

Nel gruppo 1 vennero inserite Germania Ovest, Germania Est, Cile e Australia. Il primo girone mise in evidenza le difficoltà dei padroni di casa, infatti i tedeschi vinsero la prima partita contro i cileni grazie ad una gran botta di Paul Breitner, il giocatore Maoista, come era soprannominato per le sue simpatie comuniste. Nell’altra partita della prima giornata la Germania Est vinse 2 a 0 contro gli australiani con reti di Streich e l’autorete di Curran. La seconda partita vide invece la netta vittoria dei tedeschi dell’Ovest per 3 a 0 contro l’Australia, grazie alle marcature di Müller, Overath e Cullman, mentre la partita tra Germania Est e Cile, uno scontro che andava ben al di là dello sport, visto che la DDR era uno stato di orientamento comunista, in Cile invece vi era la dittatura militare di destra di Pinochet, terminò 1 a 1 grazie alle reti di Hoffmann e di Ahumada. La partita finale vide invece Australia e Cile pareggiare per 0 a 0, mentre il derby tra tedeschi terminò con la vittoria a sorpresa dei ragazzi dell’est per 1 a 0, con rete decisiva di Jürgen Sparwasser, centrocampista del Magdeburgo che quella notte venne salutato come un eroe dai propri concittadini. Alla fine il girone lo vinsero le due Germanie, ma ad arrivare primi furono i tedeschi della DDR e non i loro più blasonati cugini.

Nel secondo girone erano presenti Brasile, Jugoslavia, Scozia e la neo entrata Zaire, che direttamente dal cuore dell’Africa Nera portò la sua idea di calcio. La prima partita tra Brasile e Jugoslavia terminò 0 a 0, mentre la Scozia batté lo Zaire per 2 a 0 con gol di Lorimer e Jordan. La seconda giornata venne caratterizzata da un altro pareggio tra Brasile e Scozia per 0 a 0, mentre la Jugoslavia prese a ceffoni i poveri “leopardi” zairesi con un clamoroso 9 a 0, firmato dalla tripletta di Bajevic e dai gol di Dzajic, Surjak, Katalinsky, Bogicevic, Oblak e Petkovic. Per lo Zaire fu una sconfitta tremenda, aggravata anche dalle minacce del loro dittatore, Mobutu Sese Seko, il quale intimò ai suoi calciatori di non perdere per più di 4 gol di scarto contro il Brasile, altrimenti sarebbero stati guai seri (il che, detto da una persona che era stato sospettato di aver banchettato con le carni dei suoi nemici, non era una cosa da sottovalutare). La terza partita vide il pareggio tra Jugoslavia e Scozia per 1 a 1, maturato grazie alle reti di Jordan e Karasi. La sfida tra Brasile e Zaire, terminata 3 a 0 grazie alle reti di Rivelino, Valdomiro e Jairzinho, verrà ricordata per uno strano episodio: all’inizio del secondo tempo, l’arbitro rumeno Rainea fischiò una punizione dal limite per i verdeoro. Immaginate la scena: sei un calciatore dello Zaire, hai preso schiaffi da tutti in meno di 3 partite, ti hanno fischiato contro una punizione dal limite e sta per battere Rivelino, il tuo Presidente ti ha appena detto che se prendi un altro gol è meglio se a Kinshasa non metti più piede. Ed ecco che avviene l’inverosimile: il terzino zairese Mwepu si staccò dalla barriera e spedì la palla nella ionosfera, facendo ridere tutto lo stadio. In realtà quel povero ragazzo aveva una fifa blu di quella punizione, fifa che non è quella dei calciatori di non prendere gol, ma la legittima paura di un ragazzo che teme per la sua sorte e quella dei suoi cari. Alla fine, come andò i gol rimasero 3, il Brasile andò al girone successivo con la Jugoslavia, Scozia e Zaire tornarono a casa, ma per gli zairesi fu uno shock, infatti Mobutu intimò a questi ragazzi di non giocare più a calcio, visto che con questo sport inutile avevano ricoperto di ridicolo il buon nome dello Zaire.

Il terzo girone si compose di Uruguay, Bulgaria, Olanda e Svezia. La prima partita venne vinta dagli olandesi che regolarono gli uruguagi per 2 a 0 grazie alla doppietta di Rep, mentre la sfida tra Bulgaria e Svezia terminò 0 a 0. Anche la seconda sfida della Svezia contro gli olandesi terminò 0 a 0, l’Uruguay pareggiò 1 a 1 contro i bulgari in virtù dei gol segnati da Bonev e da Pavon. Nella terza partita la Svezia si sbarazzò per 3 a 0 dell’Uruguay con reti di Sandberg e doppietta di Edstrom, l’Olanda invece vinse per 4 a 1 contro la Bulgaria con reti di Rep, De Jong e la doppietta di Neeskens, mentre la rete della bandiera per i bulgari la marcò Krol, difensore olandese che spinse nella sua rete un cross della Bulgaria. Al secondo girone andarono alla fine la Svezia come seconda e l’Olanda come prima classificata.

Il quarto girone venne formato da Italia, Haiti, Polonia e Argentina. La prima partita dell’Italia, che venne messa dal sorteggio di fronte agli haitiani, cominciò con un piccolo shock: infatti a passare in vantaggio fu la piccola nazione caraibica, con un bel gol di Sanon, probabilmente il più forte calciatore haitiano di tutti i tempi. Alla fine l’Italia riuscì a vincere il match per 3 a 1, grazie alle reti di Rivera, l’autorete di Auguste e la rete finale di Anastasi. Questa partita venne ricordata anche per il gestaccio di Chinaglia all’indirizzo del povero Valcareggi, che lo aveva appena sostituito. L’altra partita del girone vide la vittoria dei polacchi per 3 a 2 contro gli argentini, con reti di Lato (x2) e Szarmach, mentre per i sudamericani segnarono Babington e Heredia. La seconda partita l’Italia la pareggiò 1 a 1 contro gli argentini, risultato maturato grazie alle reti di Houseman e l’autogol di Perfumo. La Polonia invece sconquassò Haiti per 7 a 0, con reti di Szarmach (x3), Lato (x2), Gorgon e Deyna. La terza partita gli argentini sconfissero Haiti per 4 a 1, reti di Yazalde (x2), Houseman e Ayala, mentre il gol dell’onore haitiano lo segnò Sanon. La terza partita per l’Italia fu invece un incubo: infatti la Polonia cominciò a martellare la fragile difesa italiana e alla fine a spuntarla furono proprio i polacchi per 2 a 1, reti di Szarmach e Deyna, per l’Italia andò a segno invece Fabio Capello. l’Italia tornò a casa con la coda tra le gambe, mentre a giocarsi la finale andarono Argentina e la lanciatissima Polonia.     

I gironi di qualificazione alla finale e la finale 3°/4° posto 

Il primo girone che avrebbe deciso le finaliste si compose di Olanda e Germania Est, giunte prime nei loro raggruppamenti, Brasile e Argentina. La prima partita segnò la superiorità degli Orange sui loro avversari: infatti nella prima giornata l’Olanda superò nettamente l’Argentina per 4 a 0, con reti di Krol, Rep, e doppietta di Crujiff. Nell’altra partita il Brasile superò di misura la Germania Est con gol di Rivelino. La seconda giornata la Germania socialista venne superata per 2 a 0 dagli olandesi con gol di Resenbrink e Neeskens, mentre i carioca superarono gli argentini per 2 a 1 grazie alle marcature di Rivelino e Jairzinho. La terza giornata fu caratterizzata dalla ininfluente partita tra Argentina e Germania dell’Est, entrambe già eliminate dalla competizione. Alla fine fu un pareggio: un 1 a 1 (firmato Houseman e Streich) che per i tedeschi della DDR fu un grandissimo risultato, un po’ di meno per gli argentini, che però a distanza di 4 anni si sarebbero presi la loro rivincita.

Il secondo girone si formò invece di Germania Ovest, Svezia, Jugoslavia e Polonia. La prima giornata del girone fu caratterizzata dalla bella vittoria della Germania Ovest sulla Jugoslavia per 2 a 0 grazie alle reti di Breitner e Müller e dalla vittoria di misura della Polonia sulla Svezia per 1 a 0 grazie alla rete di Lato. La seconda giornata la Germania schiantò la Svezia per 4 a 2, mandando a segno Overath, Hoeness, Grabovsky e Bonhof. La Polonia invece si liberò della Jugoslavia con qualche patema d’animo in più: infatti i polacchi ebbero ragione degli jugoslavi per 2 a 1, con le reti di Deyna e Lato, mentre per i ragazzi di Tito segnò Karasi. Nell’ultima giornata del girone la Svezia si consolò battendo la già eliminata Jugoslavia con un bel 2 a 1, maturato grazie alle reti di Torstensonn e Edstrom, mentre per gli jugoslavi segnò Surjak. La vera sfida era però da tutt’altra parte ed era quella tra Polonia e Germania Ovest. Di corto muso, per dirla alla Allegri, alla fine la spuntò la Germania, con un gol di rapina di Müller a dieci minuti dal termine dei tempi regolamentari. A giocarsi il Mondiale sarebbero state Germania Ovest e Olanda, mentre per la piazza d’onore si sarebbero dati battaglia Brasile e Polonia, le deluse del girone.

La finale per il 3°/4° posto si giocò allo Stadio Olimpico di Monaco di Baviera di fronte a 70.000 spettatori. A dirigere la partita venne designato un italiano, il veneziano Aurelio Angonese, fischietto di grande carisma e esperienza. Alla fine a trionfare fu la Polonia, che batté i carioca per 1 a 0, grazie all’ennesima firma di Lato, che con questa rete fissò la sua quota di gol a 7, laureandosi capocannoniere della competizione.

La finalissima   

Il 7 luglio, nello stesso stadio dove venne giocata la finalina, si giocò la finalissima del Mondiale di Germania Ovest tra i padroni di casa e l’Olanda di Cruijff. La partita iniziò con un piccolo ritardo perché l’arbitro inglese Taylor si accorse che le bandierine che segnalano il calcio d’angolo non erano presenti, infatti erano state rimosse per permettere ai figuranti di partecipare allo spettacolo di chiusura della competizione. Dopo aver provveduto a rimettere le cose a posto, la partita iniziò e partì subito con il botto: dopo un serie di passaggi Cruijff si ritrovò di fronte Sepp Maier, ma prima di batterlo Hoeness lo stese con un intervento da tergo. Rigore! Massima punizione che venne battuta e trasformata da Neeskens: Olanda in vantaggio dopo neanche 100 secondi. La Germania Ovest impiegò qualche minuto per rimettersi in sesto, ma dimostrò da subito di essere in grado di contenere gli Orange e addirittura di pareggiare. Al 25’ del primo tempo i tedeschi usufruirono un rigore per il fallo di Jansen su Holzenbein, rigore per la Germania Ovest! Come il suo avversario olandese, neanche Breitner si fece intimorire dal portiere olandese Jongbloed: 1 a 1 e palla al centro. Alla fine del primo tempo arrivò addirittura il sorpasso tedesco: al 43’ del primo tempo Hoeness seminò tutti sulla fascia e crossò basso in area, Müller seppure in precario equilibrio e in controtempo, riuscì ad artigliare la sfera e a spedirla in diagonale all’angolino. Gol del 2 a 1 per i tedeschi, Olanda ferita e incredula che non riuscì a fare altro che a protestare con il direttore di gara Taylor, che per tutta risposta ammonì Cruijff. Il secondo tempo fu un continuo attaccare da parte degli olandesi, ma questo forcing non sortì nessun effetto, infatti la partita rimase 2 a 1 fino al 90’, quando l’arbitro inglese decretò la fine delle ostilità. La Germania Ovest si laureò campione del Mondo per la seconda volta nella sua storia, dopo aver battuto i migliori di tutti, i grandi interpreti del calcio corale olandese, che persero la prima finale della loro storia.

Un Mondiale di stelle

L’edizione del 1978 fu una competizione caratterizzata dal grande tasso di talento, in quasi tutte le squadre vi è da dire. Se si pensa che solo il Brasile poteva schierare gente come Rivelino e Jairzinho, la Jugoslavia Karasi e Surjak, la Polonia Deyna e Lato, che si laureò addirittura capocannoniere del torneo con ben 7 reti. Ma non se la prendano questi grandi calciatori, perché in finale gli spettatori della finale poterono ammirare gente come Beckenbauer, Muller, Seeler, Breitner, Cruijff, Rep, Neeskens…non serve aggiungere altro, classe allo stato puro. Magari ci si sarebbe potuto aspettare un po’ di spettacolo in più, qualche gol in più, ma quello non fu colpa delle squadre ma della formula del torneo, che essendo concepita come doppio girone favoriva la strategia e il cosiddetto “braccino corto”. Come si è detto prima, il Mondiale del 1974 fu uno spartiacque, una vera e propria cesura con un tipo di calcio. Dal 1974 i Mondiali diventarono il trionfo del professionismo, l’evento più seguito e discusso non solo tra gli avventori di un bar o sulle pagine dei giornali, ma soprattutto in tutte le case degli appassionati. Dal Mondiale della Germania Ovest in poi le partite verranno trasmesse tutte in tv, con le persone costrette ad alzarsi ad orari antelucani per poter sfogare la propria fame di Fútbol. Questi poveri aficionados degli anni ‘70 sono gli ispiratori del tragico Ragionier Fantozzi, pronto a tutto pur di vedere la sfida che agognava più di ogni altra cosa…sempre che non chiami il Super Direttore per vedere un film di Eisenstein sulla Rivoluzione Russa. A queste persone è dedicato questo piccolo articolo, peccato non essere stato lì con loro a tifare per l’Italia con un bel birrone gelato tra le mani!

Grazie di tutto amici e ci vediamo presto per altre storie di calcio, vi avverto che il prossimo episodio sarà sul Mondiale argentino, in cui non si parlò solo di pallone.   

Giovanni Trotta