Ogni anno giovani e meno giovani, bambini e famiglie, decidono di recarsi in Calabria nella provincia di Crotone per contribuire e donare parte del loro tempo alle attività che vengono svolte nei beni confiscati alla cosca Arena di Isola di Capo Rizzuto. Nel territorio del Marchesato, circa dieci anni fa, è nata la Cooperativa Terre Joniche. Un progetto ambizioso che offre un’alternativa al crimine organizzato, rispecchiando il carattere di una terra che vuole rialzarsi e mettersi in gioco.
CEPA è circa un ettaro di terreno confiscato nel 1998. Situato in piena campagna comprende al suo interno un aranceto, visibile dall’ingresso del parco, una pista ciclabile, un orto sociale destinato alle attività educative ed estive durante i campi di Estate liberi, un labirinto sinergico e un frutteto della memoria dedicato alle vittime innocenti delle mafie.
Un’organizzazione attenta che porta alla realizzazione di incontri e testimonianze all’interno di un enorme spazio comune che rappresenta un ambiente di condivisione e confronto sui temi della legalità, dove ragazzi e non solo incontrano testimoni di giustizia e i familiari delle vittime innocenti delle mafie.
CEPA è un memoriale di speranza da conoscere e tramandare. Ancora oggi è un cantiere a cielo aperto: è in atto la ristrutturazione di un vecchio casolare che sarà adibito in seguito per alcune attività di ristorazione e abbraccerà la creatività nei suoi laboratori culinari dei giovani studenti dell’Istituto alberghiero.
Parte integrante di questo progetto sono le scuole e i bambini. Proprio su quest’ultimi mi vorrei soffermare. Molteplici sono le attività in cui si dilettano nel parco della CEPA: dai lavoretti con tempere e pastelli, dalla ridistribuzione e conoscenza dei semi rilasciati dalle piante del luogo, dalla cura dell’orto al trapianto di nuovi virgulti. Operosità da parte dei più piccoli che rende CEPA molto più colorata e ricreativa. Un giorno quei terreni resteranno a loro e potranno goderne del frutto della loro semina.
Pietro Marchio
